Legambiente Umbria torna a parlare del Piano regionale rifiuti in vista del sesto EcoForum sull’economia circolare, in programma venerdì 17 febbraio a Spoleto e che sarà anche trasmesso online sui suoi canali social. Come noto, il giudizio dell’associazione ambientalista umbra sul piano regionale non è positivo. A questo si aggiungono le anticipazioni sui preoccupanti dati (i numeri completi saranno presentati il 17 febbraio nel corso dell’EcoForum) che dimostrano una situazione stazionaria nelle % di raccolta differenziata della nostra Regione con un peggioramento generale della qualità. Il 2021 e il 2022 hanno visto un ulteriore progresso e un’estensione delle raccolte differenziate in diversi comuni umbri. Invece in quei comuni che già negli scorsi anni erano stati più volte ammoniti per le loro scarse performance vengono confermate le croniche criticità, e addirittura stanno peggiorando. Questo resta il motivo del ritardo nel raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata posti al 72,3% entro il 2018, così come previsto dalla Delibera della Giunta regionale n.34 del 2016. Come spiega Maurizio Zara, presidente regionale di Legambiente: “L’Umbria ha raggiunto negli anni prestazioni abbastanza avanzate in termini di raccolta differenziata, riciclo e minimizzazione del Rifiuto Urbano Residuo, quello cioè che tipicamente finisce in discarica, smentendo nei fatti, la narrazione di una regione ferma al palo e non in grado di raccogliere le sfide dell’agenda sulla transizione ecologica. Certamente, e lo abbiamo detto in molte occasioni, molto resta da fare su questa strada, ma solo un modello e un Piano Regionale dei Rifiuti basato sull’economia circolare può garantire all’Umbria un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”.
Secondo Legambiente la proposta del nuovo piano presentata, invece, è priva di tale visione, come risulta evidente dalle modeste percentuali di raccolta differenziata che la Regione Umbria si prefigge di voler raggiungere (appena il 75% di RD nel 2035), e al contempo dalla presunta necessità di un inceneritore che “risolva” la questione dei restanti rifiuti indifferenziati prodotti in Umbria. Dal punto di vista dell’associazione ambientalista questa visione del Piano cozza poi con alcuni progetti interessanti e in alcuni casi innovativi che saranno finanziati in Umbria con in fondi del PNRR.
“In tal senso – conclude il presidente regionale di Legambiente – ci sembra che manchi una visone complessiva e strategica e il nostro auspicio e che, soprattutto considerando i progetti che saranno finanziati, il PNRR non si trasformi in un’occasione persa invece di essere strumento per realizzare una vera transizione ecologica dell’Umbria”.
I progetti che saranno realizzati con i fondi del PNRR:
Il Textile Hub di Magione presentato da TSA – Trasimeno Servizi Ambientali è il primo impianto umbro per il riciclo dei rifiuti tessili, ed è stato inserito e finanziato tra i progetti faro del PNRR. Si tratta di impianti strategici, anche da un punto di vista della filiera economica, e ambiziosi e rientrano tra i 160 progetti “faro” di economia circolare, ricadenti nei comparti Raee, carta e cartone e tessili approvati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Oltre quello di Magione, c’è il finanziamento da 9,6 milioni di euro per la riqualificazione della linea fanghi con produzione di biometano dell’impianto di depurazione di Casone a Foligno. La proposta progettuale, presentata dall’AURI (Autorità Umbra per i Rifiuti e Idrico) per Valle Umbra Servizi. La realizzazione dell’intervento consentirà di ridurre i costi complessivi del processo di depurazione delle acque reflue dell’intero territorio comunale di Foligno anche attraverso la produzione di energia elettrica e calore. È prevista inoltre la realizzazione di un parco fotovoltaico con una potenzialità di 160 KW e di un nuovo impianto per la trasformazione del biogas in biometano da immettere nella rete del gas naturale.
L’intervento forse più innovativo è infine quello approvato con un finanziamento da 10 milioni di euro a Ponte Rio per la realizzazione del primo impianto regionale per il trattamento e il riciclo dei pannolini e prodotti assorbenti. Un impianto innovativo per il trattamento dei Pap (prodotti assorbenti per la persona) da 5.000 tonnellate l’anno che coprirebbe potenzialmente il fabbisogno dell’intera Umbria. Certamente una buona notizia per il nostro territorio, commenta Legambiente Umbria.
L’EcoForum sull’economia circolare in Umbria, in programma a Spoleto il 17 febbraio, è giunto alla sesta edizione e mira a porre in evidenza le criticità e le virtuosità della gestione dei rifiuti urbani nella nostra regione. Lo scopo è quello di analizzare, valorizzare e premiare l’impegno delle aziende e delle amministrazioni comunali che eccellono nella raccolta differenziata e sollecitare al contempo le altre amministrazioni, e in generale i cittadini umbri, a condividere l’obiettivo di una gestione sostenibile dei rifiuti. Saranno presentati dati e numeri aggiornati sulla produzione e sulla raccolta dei rifiuti in Umbria.
Presenti anche esempi di economia del riciclo con le aziende: la Cartiere di Trevi, Gesenu, il gruppo Bazzica e la Trasimeno Servizi Ambientali TSA. L’Ecoforum è promosso e realizzato da Legambiente Umbria, in collaborazione con Arpa Umbria, con il patrocinio del Comune di Spoleto e il supporto tra gli altri del Consorzio Biorepack e del Gruppo Gesenu.